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lunedì 15 giugno 2015

Birra Montegioco, La Mummia 2011.


Ci sono birre a livello mondiale che sono ammantate da un'aura quasi mistica, birre perdute nel tempo, che hanno fatto la storia oppure che seguono dei percorsi produttivi particolari che le rendono uniche. La Mummia del birrificio Montegioco è una di queste. Nasce come esperimento di birra acida ad opera di Riccardo Franzosi, la base per il primo esperimento fu la Runa messa in botti che avevano ospitato la Creatina di Elisa Semino (Azienda Agricola La Colombera), ma sembrava che l'esperimento non riuscisse ad intraprendere la forma desiderata, così dopo ripetuti assaggi, la birra finì nel dimenticatoio. Fu proprio mastro Kuaska in una delle tante visite al birrificio a volerla tirare fuori dal limbo  in maniera quasi casuale dopo diverso tempo, finalmente la birra era pronta e il nome venne fuori spontaneamente, la Mummia era uscita da quella botte che era diventata un vero e proprio sepolcro , pronta a conquistare il mondo.
Da allora la ricetta è stata ritoccata e la birra  in bottiglia è diventata il prodotto dell' assemblaggio di diverse barrique (ex Barbera Bigolla di Walter Massa) contenenti Runa, Rat Weizen e Tibir. Nel bicchiere si presenta di un bel oro antico, la schiuma è bianca, fine e, sorprendentemente, persistente.
Al naso, si presenta molto fine ed elegante con fiori di campo, frutta a polpa bianca, agrumi e una nota speziata a cui fa eco il passaggio (prolungato) in botte che porta con sè aromi rustici, coperta di cavallo ed una nota lattica.
In bocca si presenta di corpo esile, l'attacco è caratterizzato dall'acidità lattica, limone a cui però si affiancano da subito sentori floreali, pepati e di fieno. Il finale è secco e leggermente astringente e ripropone la nota acida che regala al percorso gustativo un taglio molto rinfrescante e ne  facilita la beva. Il retrogusto è lungo e caratterizzato da una sensazione leggermente legnosa e fruttata.
Una birra eccezionale, di non semplicissima reperibilità, che proietta questo birrificio nell'olimpo delle birre di caratura mondiale, la cosa che colpisce immediatamente è la semplicità con cui si lascia bere nonostante una notevole complessità. Abbinamenti: pesce alla brace, pesce crudo, formaggi freschi oppure il vostro semplice godimento. (deLa)

8 commenti:

  1. Una volta "resuscitata" dalla botte come viene fatta la presa di spuma?

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    1. sai che non te lo saprei dire, effettivamente me l'aspettavo tendente al piatto, azzarderei una rifermentazione in bottiglia con aggiunta di birra giovane, provo a chiedere al birraio

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  2. A nome del Birrificio, in qualità di cyberbadante, ti ringrazio per il bell'articolo!

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  3. Per la presa di spuma: normalmente quando imbottigliamo/infustiamo, aggiungiamo circa 5g/L di zucchero di canna. Questo per quella "normale", la più comune insomma, è quello che facciamo di solito.
    Nelle occasioni in cui abbiamo avuto più litri a disposizione, abbiamo fatto anche una versione piatta, senza rifermentazione, ed è uscita una Mummia "liscia" (che è quella preferita da Kuaska).
    E due volte l'abbiamo rifermentata con l'uva schiacciata di Timorasso (non possiamo usare il mosto), che era la T-Mummia.

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    1. T-Mummia è un nome bellissimo! molto Cyber-punk.

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    2. ...a trovarla la T-Mummia!! Grazie per le info Dora

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    3. Grazie a te! Chi lo sa, prima o poi... è una Mummia, a volte ritornano...

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    4. Grazie per l'esaustiva spiegazione sulla rifermentazione.Ora so che davanti ad una "mummia liscia" non avrò da temere alcun male :-)

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