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martedì 10 giugno 2014

Un po’ di Francia nel bicchiere, parlando del più e del meno con Patrick Ricci al Banco vini e alimenti

Mi è sempre piaciuto avere delle posizioni iconoclaste e ho sempre guardato più ai cattivi maestri che agli insegnanti.
Per cui la pomposità dell’approccio “colto” al vino mi irrita, ne leggo una volontà di erigere barriere fra savant e non savant, con tutto il corredo di linguaggio tecnico e spocchia. I corridoi veronesi del Vinitaly sono la casa preferita dai soloni paludati in giacca e cravatta regimental che si aggirano come papi etilici seguiti da codazzi di groopies e lacchè e da produttori e distributori che ne baciano la mano.
Dispensatori di sapere, scrigni di conoscenza, difesi da spocchia e alterigia.
Comunque sia, qualche giorno fa in attesa di Patrick al Banco vini e alimenti ho organizzato un piccolo viaggio in Francia.
Nel bicchiere naturalmente!
Una degustazione da strada.
Molto rilassante.
Molto stimolante.
Inizio piano, incuriosito dall’Insolite che anni fa non mi aveva convinto.




Ne prendo un bicchiere e annuso, due parole al banco con Christian Bucci (l’importatore di cotanto vino) e poi a degustare “scientificamente” nel dehor per godere del primo caldo e delle bellezze a passeggio (spettacolo discreto ma nulla da paragonare al defilè di modelle che ci ha riservato la visita a Milano da Vinoir!).
L’Insolite 2013 di Domaine des Roches-Neuves, Saumur è una lama affilata, lo Chenin che mi piace, zero ossidazioni, freschezza citrico balsamica, sale e residuale florealità (è giovanissimo!).
Mi seggo nel dehors e assaggio, pesco due nocciole incrostate di spezie piccanti, mi alzo e annuso, faccio due passi e roteo il bicchiere che esplode in un luccichio colpito da un raggio di sole (Patrick è in ritardo!).
Mi distraggo al passaggio di…
Ops! Il vino è finito e…l’ho bevuto tutto.


foto di Pietro Vergano

Ci mettiamo a tavola e ordino il secondo passo in Loira il Petit Buisson 2012 di Thierry Puzelat, Clos du Tuè Boeuf, un sauvignon della Touraine.
Curioso, atipico, bei profumi quasi resinoso-mentolati ma cade un po’ in bocca, manca di freschezza di scatto e la sapidità è un po’ imbrigliata da ossidazioni zuccherose. Intanto parliamo e mangiamo e anche questo secondo vino sparisce insieme ad un polpo alla gallega (ah! I vini galleghi di Muradela).
Non pago voglio fare ancora un giro in Francia, intanto la discussione langue e lo struscio pure, decido per un salto in Borgogna, a Chabis dai coniugi De Moor con l’Aligotè plantation, che assaggiai la prima volta da “Rino” a Parigi ma ormai Giovanni Passerini ha chiuso e il Plantation mi ha un filino deluso così come il Petit Buisson d’altronde.




Seduti nel dehor ce la scialiamo al sole, con un venticello fresco che ci accarezza ma è ora di tornare a lavorare, un caffè* e via!
Kempè


Luigi

*ottima arabica di Lady Caffè, qui al Banco si beve uno dei migliori caffè di Torino.

Banco vini e alimenti.
Via dei Mercanti 13/f
10122 Torino
http://www.bancoviniealimenti.it/



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