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venerdì 21 marzo 2014

La brezza e le tonalità vibranti del Menfishire: intervista a Marilena Barbera


di Rossana Brancato




Carisma e straordinarie doti comunicative fanno di Marilena Barbera l’ambasciatrice del Menfishire nel mondo, ovunque arrivino il suoi vini si sprigionano la brezza e le tonalità vibranti che dipingono l’identità di un territorio vocato alla viticoltura.
Marilena vive e lavora a Menfi, coltivando i vigneti che prima suo nonno e poi suo padre hanno impiantato in Contrada Belicello, a pochi passi dal mare. Una piccola cantina a conduzione familiare, dove rispetto per il terroir e sperimentazione su tecniche tradizionali di viticoltura e vinificazione si pongono l’obiettivo di rappresentare l’anima più intensa della Sicilia.
Interpreta la storia millenaria, ai vigneti autoctoni risalenti alla colonizzazione fenicia e greca, affianca le cultivar internazionali che l’evoluzione genetica e l’adattamento ambientale hanno naturalizzato, in armonica integrazione.
Un particolare ecosistema Menfi, durante la vendemmia e le fermentazioni risente di drastiche escursioni termiche, passando dai 50 dello zenit ai 20°C notturni.

Con entusiasmo, grande generosità e rendendomi felice, Marilena mi ha regalato l’opportunità di intervistarla, consiglio un calice di Dietro le Case per tratteggiare la lettura, per amplificare e cogliere ogni emozione…

Il tuo metodo di vinificazione è codificato di personalità, metodo analitico, know how tramandato attraverso le generazioni, o c’è anche una percentuale di spregiudicata interpretazione dei mutamenti colti tra i vigneti?

Non ho una formazione tecnica, ho studiato diritto internazionale e poi diritto tributario. In azienda mi sono occupata prima di amministrazione e subito dopo di vendite nei mercati esteri, quindi il mio avvicinamento al vino è avvenuto in maniera graduale, iniziando dalle basi. Ho fatto l’operaio di vendemmia, il cantiniere e il magazziniere, ho iniziato letteralmente lavando i pavimenti. Ho imparato moltissimo dai consulenti che hanno seguito la mia azienda per anni, poi è arrivato il momento di camminare con le mie gambe. Per questo nel mio lavoro c’è sicuramente una parte di know how, ma la maggior parte delle cose che faccio dipende da sensibilità e istinto, e certamente dai moltissimi assaggi in giro per il mondo e dal confronto con i produttori che ammiro e che sono per me continua fonte di ispirazione.

Il mercato estero è focalizzato sugli standard canonici, o ricerca l’anima del vino fotografata annata per annata, attraverso metodiche enologiche rispettose dell’identità?

Credo non esista “un” mercato estero, ma una molteplicità di mercati dove ciascuno possa trovare la propria collocazione e molte soddisfazioni, sia personali che commerciali. L’importante, a mio avviso, è l’estrema coerenza tra quello che si fa e quello che si comunica, tra gli obiettivi aziendali e il prodotto che viene realizzato. Altrimenti si rischiano autogol clamorosi.




L’utilizzo dei lieviti indigeni, il coraggio di assecondare i tempi di macerazione, la scommessa di seguirne l’evoluzione a volte anarchica, le difficoltà create dalle torride temperature isolane…
Soddisfazioni proporzionali all’impegno?

Più che proporzionali. Nella mia esperienza ho potuto constatare empiricamente che molte delle affermazioni più in voga sui lieviti indigeni sono favolette raccontate dall’industria vinicola e dalle multinazionali della chimica: ad esempio che sono incontrollabili, che fermentano “sporco”, che non conducono la fermentazione fino alla fine. Gli unici arresti di fermentazione, per dirne una, li ho subiti usando lieviti selezionati, molti anni fa.
Credo che non esista una sola strada, e nemmeno che ci siano strade giuste o sbagliate in assoluto, ma che ciascuno debba trovare la propria, sperimentando e rischiando di persona. Le soddisfazioni che arrivano così sono straordinarie.

Possibile aggiungere solfiti solo in fase di imbottigliamento?

E’ una delle strade: un esperimento la scorsa vendemmia, che non so ancora dove mi porterà, ma che fino ad ora è molto positivo. Io non ho ricette, non ho verità assolute: è importante capire, osservare, assaggiare continuamente, ed essere disposti a cambiare idea.

Le strategie di web marketing, pensi ti abbiano aiutata a crescere professionalmente?

Sono convinta che né io come vignaiola né la mia azienda come è oggi esisteremmo senza i social networks e il web in generale. Uno strumento essenziale di confronto e comunicazione, che ti permette di relazionarti con altri produttori, di interagire con i tuoi clienti, di fornire supporto all’attività di vendita e di risolvere i problemi in tempo reale. Questo comporta un profondo ripensamento delle strategie aziendali tradizionali, che non funzionano affatto nel mondo digitale.

Il libro che vorresti avere il tempo di rileggere, sulla spiaggia di Vignammare, a vendemmia conclusa, respirando l’unicum tra mare e vigneti, legati indissolubilmente dal sale?

Tutto Baudelaire, dalla prima parola all’ultima.




Nerello Mascalese e Nero d’Avola ingentiliti dal “Microcosmo” di Menfi, quali percezioni sensoriali li distinguono?

I miei vini sono salmastri, freschi, molto distanti dall’idea corrente del vino siciliano, immaginato spesso come surmaturo, caldo, pastoso. Lavoro con grande attenzione in vigna, e spesso vendemmiamo con diversi giorni di anticipo proprio per salvaguardare l’acidità naturale e gli aromi primari dell’uva. Scoprire che anche sotto i 12 gradi alcolici si possono raggiungere splendidi risultati di pienezza aromatica senza appesantire il vino è stata per me una delle più belle soddisfazioni degli ultimi anni.

Se dovessi partire per un viaggio, portandoti dietro un innesto da far attecchire, quale sceglieresti e che storia avrebbe da raccontare?

Mi porterei il Perricone, una varietà antica e affascinante che è, purtroppo, quasi scomparsa. Negli anni 50 e 60 era praticamente l’unica varietà a bacca rossa presente nella Sicilia Occidentale: il Nero d’Avola, originario della parte orientale dell’isola, iniziò ad essere introdotto qui solo successivamente, sull’onda del successo riscontrato nei mercati internazionali, dove se ne apprezzava il corpo pieno e strutturato e la sua attitudine ad essere assemblato con vitigni internazionali. Fu così che il Perricone iniziò ad essere espiantato, a vantaggio di altri vitigni, passando dagli oltre 20.000 ettari originari ai 334 di oggi.
Un vero disastro, in grado di minare – se non si invertirà questo processo - la stessa sopravvivenza di questa splendida varietà. Per questo mi impegno così tanto nella comunicazione e promozione del Perricone, perché rappresenta la storia e il valore della cultura vinicola tradizionale di questa parte della Sicilia. Un vitigno spesso piantato in vigneti misti, insieme ad altre varietà autoctone, che io ad esempio ho adattato a Belicello in convivenza con il Nerello Mascalese.





Il tuo piatto della memoria, i sapori e gli aromi che desideri quando atterri in Sicilia.

Il Timballo di Anelletti, proprio in abbinamento al Perricone: le spezie, usate in maniera molto generosa nel ragout di carne, ne esaltano la particolare aromaticità.

Al risveglio, in estate, facendo colazione guardando il mare, pensi ai campionamenti in vigna, pianifichi, focalizzi nuove sfide o ti perdi semplicemente tra il verde, il blu e la salsedine?

Se sei un vignaiolo non pensi ad altro, credo. Ma per me sono pensieri stimolanti ed appaganti, ancor meglio se elaborati in terrazza al tramonto, con un calice di vino in mano.

Sorpresa dalla freschezza conturbante e acidula di Albamarina, ho osato utilizzarla per sfumare dei calamaretti spillo, e non credo potrò più farne a meno.
Personalità che si presta agli azzardi?

Credo proprio di si: perché Albamarina è un passito molto delicato, non eccessivamente dolce, molto versatile in cucina e adatto ad accompagnarsi con formaggi e paté, carni e pesci affumicati, mandorle abbrustolite.





Un prodotto del territorio di Menfi da valorizzare e promuovere.

Facciamo due allora: la Vastedda del Belice, unico formaggio siciliano di pecora a pasta filata, e il carciofo spinoso di Menfi, la nostra “spinella”, recentemente diventata presidio slow food.

Il Menfishire, le tue vigne, le colline che declinano fino al mare… che sceneggiatura scriveresti per un film?

Un giallo solare, senza le note noir dei gialli francesi, oppure un racconto di viaggio, una cosa tipo Basilicata Coast to Coast. Però lo facciamo interpretare da Javier Bardem!


Viticultori in Menfi
Contrada Torrenova S.P. 79
92013 Menfi (Agrigento) Italia
Tel. +39.0925.570442 
Fax +39.0925.78248

Come acquistare

Ringrazio Marilena Barbera anche per le foto gentilmente concesse.


Rossana

3 commenti:

  1. Provo ad aggiungere due cose, la prima è che mi piace molto, da architetto, la cantina, l'edificio bianco che c'è in foto, un bel esempio di contemporaneità con un pizzico di internazionalità, ne vorrei vedere molti di progetti così.
    la seconda è che Marilena, sempre più, sta diventando una imprenditrice Glocal sia attraverso il web sia attraverso le sue lunghe trasferte nel mondo.
    Ha saputo sfruttare con intelligenza i mezzi offerti dalla rete per comunicare che i suoi prodotti sono scarsi e fortemente locali e la risposta del pubblico c'è stata.

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  2. Grazie Luigi per esserti soffermato sulla cantina: l'ha disegnata mio padre, che era ingegnere, ed è stato il suo ultimo progetto.

    L'idea che lui aveva, nella quale mi riconosco moltissimo, è che non si può vivere nel passato, riproducendo pedissequamente forme e contenuti che appertenevano ad altre epoche e ad altre culture. Lui diceva che bisogna vivere con orgoglio nel tempo presente, nel quale esiste anche la tradizione attraverso sedimentazioni successive, che per questo vengono metabolizzate e reinterpretate: in questo senso vedeva la cantina come una casa mediterranea, bassa e bianca e dalle grandi vetrate perché la luce potesse attraversarla e diventarne, in qualche modo, parte.

    Baci, e grazie a tutti - a Rossana, soprattutto, per le domande molto interessanti, che mi hanno fatto riflettere.
    M.

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    1. Mi hai dato una grande opportunità e hai risposto con infinita generosità!
      Grazie di cuore Marilena ;D

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