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martedì 11 marzo 2014

Il caffè da Stratta, a Torino dal 1836

di Vittorio Rusinà


Qualche giorno fa leggo su La Stampa la notizia che Roberto Messineo gran maestro della torrefazione con laboratorio in Val di Susa fornisce a Stratta, locale prestigioso di Torino, il caffè selvatico della Foresta di Harenna in Etiopia. Fermi tutti, ma è una notizia meravigliosa. "Si tratta di un momento storico, un piccolo grande miracolo" dice Messineo al giornalista Paolo Patrito "un cru di caffè prestigioso vecchio di migliaia di anni sbarca nel centro di una grande città europea".
Il caffè di Harenna è un Presidio Slow Food avviato nel 2006 insieme alla Cooperazione Italiana.
L'Etiopia, non tutti lo sanno, è il paese di origine del caffè, famosa per quello che viene coltivato nella regione di Sidamo.
Entro da Stratta tutto eccitato e chiedo subito un caffè "mi raccomando, quello etiope!" preciso timoroso, mi viene servito quasi ristretto, denso, una bontà da svenire, se penso alla sbobba che normalmente mi viene propinata in tanti bar. Chiedo ai baristi se normalmente usano un'altra miscela, magari qualche marchio famoso, ma loro mi rispondono che normalmente servono caffè selvatico della Foresta di Harenna a meno che uno non scelga l'altro cru di caffè che hanno in dotazione. "In questo momento in alternativa serviamo il Mt. Everest Supreme del Nepal, ma facciamo ruotare vari cru di caffè."
Mi inchino a chi in Stratta ha scelto questa via di valorizzazione del caffè.
Ah dimenticavo, costo di una tazzina di caffè selvatico della Foresta di Harenna: euro 1,10. Chapeau!

Stratta, Piazza San Carlo 191, Torino 
Roberto Messineo, Caffè San Domenico, Via Moncenisio 10, Sant'Antonino di Susa (TO)
photo by Archivio Storico della Città di Torino

14 commenti:

  1. Vittorio,
    questa tua ricerca mi ricorda quella di Stuart Allen (S.L.Allen,"La tazzina del diavolo", Mi, 2002) alle origini del caffè, anche lui ha cominciato in Etiopia dove si pensa sia state scoperte e poi selezionate le prime piante di caffè e parrebbe che il nome caffè derivi dal nome della regione etiope di Kaffa.
    Bonne degustation

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    1. Libro che lessi appena uscito, ma lo rileggerò, si trova nella Collana Economica Feltrinelli e euro 7.50, grazie Luigi per avermelo ricordato

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    2. Bel libro, lo lessi anche io, di taglio un po' giornalistico, ma piuttosto interessante.
      Aggiungo un'altra interpretazione dell'etimologia di "Caffè"...
      I monaci dervisci, per mantenere attenzione durante le preghiere, e soprattutto per coordinarsi al meglio durante le danze "roteanti" necessarie per raggiungere l'estasi mistica, ne facevano uso tramite il decotto dei chicchi non tostati (per qualche secolo non si tostava, non si era scoperto il metodo, al massimo le popolazioni lo masticavano schiacciato in pezzi grossolani e mescolato a grasso animale, o lo bollivano), che era chiamato "Qahwa", cioè forte. Assomigliando ad un vino - bianco - anche nell'aspetto, il passo fu breve.

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  2. Che meraviglia. A Milano conosco pochissimi templi del caffè. Inizierò a cercare.

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  3. Interessante! Finalmente una caffetteria storica che non serve i soliti anonimi brand locali di stampo industriale. Non so quando mi capiterà, ma appena passo lo andrò ad assaggiare.

    E' interessante perché vorrei fare un paragone con questo, che annovero nella mia offerta da alcuni anni...

    "Nella regione di Oromia, nel sudest etiope, le foreste che coprono le maestose pendici delle montagne di Bale sono uno dei pochi ecosistemi esistenti che custodiscono la diversità genetica della specie Arabica.
    La Foresta di Harenna, il più orientale dei boschi tropicali africani di montagna, è la parte più importante del Bale Mountains National Park. Vi si trova un'enorme biodiversità di flora e fauna a diversi gradienti altitudinali e un imponente paesaggio montano, con picchi che superano i 4000 metri.

    La principale fonte di sostentamento, oltre all'agricoltura di sussistenza e la pastorizia, è la raccolta del Caffè, del miele e di piante selvatiche. La maggior parte del Caffè prodotto è raccolta all'interno della foresta, ad un'altitudine tra i 1400 ed i 1800 metri, dove forma lo strato dominante di sottobosco.

    Dal 2006 il progetto Bale Eco-Region Sustainable Management Programme, finanziato dalle organizzazioni FARM-Africa, SOS Sahel Ethiopia, lo Stato di Oromia e le Ambasciate d'Irlanda, Norvegia e Paesi Bassi, si propone di aiutare le comunità locali a sfruttare in maniera sostenibile le risorse naturali del Massiccio di Bale, commercializzando i prodotti Bale Wild Natural Forest.

    Il Caffè, in quanto principale reddito della popolazione, è tra le priorità di questo progetto che si propone di migliorare la qualità del prodotto, limitare la deforestazione e conservare la biodiversità genetica dei Caffè presenti nella zona. La foresta caffearia di Harenna rappresenta un frammento dei boschi etiopi e si differenzia in termini di flora e di specie endemiche rispetto alle altre foreste sudoccidentali del Paese.

    Il sapore di questo Caffè fa rivivere forti emozioni ed evoca antichi ricordi. I chicchi, di grana grossa ed allungata, simili alle varietà che si trovano nella zona di Harrar, si tostano in maniera uniforme per donare un Espresso denso e cremoso. Sensazioni al palato di intensa corposità con aromi floreali e fruttati si evolvono in fragranza di bacche di ginepro e piante di montagna, per terminare in una reminiscenza di miele di ciliegia selvatica. Un vero Caffè primigenio, tra i migliori al mondo".

    Ringrazio tra le righe un caro amico per avermi fornito la descrizione esaustiva di questa meraviglia quando l'ho acquistato.

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    1. grazie alberto
      e piacere di conoscerti ,tra le tue righe capisco che sei un passionale ancor piu di me .
      mi fa molto piacere perche mi sembri molto in simbiosi con il chicco e la sua trasformazione,
      e quindi non tosti da accademico . secondo me, ascoltando anche i torreffatori del posto il wild coffee etiope ,deve essere tostato a basse temp. ed al limite della carammellazione per il rispetto del prodotto ed il gusto locale.( se ti servono kg di questo presidio, per provarlo sono a tua disposizione)

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  4. .Premesso che adoro il caffè in ogni sua sfumatura.., premesso che son sempre alla caccia del caffè più buono del precedente, premesso che ho in casa un "datato" macino di legno della mamma (grande estimatrice del caffè, passione ereditata in toto) e pure uno elettrico, ..mi son trovata a girulare per Torino, godermi una mattina di sole in pza San Carlo bella più che mai e logico e naturale "regalo" è stato un caffè da Stratta: e che Caffè!) Incuriosita ho scelto il caffè del Nepal..aromatico e intenso, assolutamente diverso con retrogusto indimentacabile: Per non parlare della "cornice" coloratissima di caramelle, pastiglie, "ginevrine" corollario perfetto a una tazzina fumante..
    Ormai il caffè è ,sarà da Stratta pza San Carlo.. e dove se no?

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    1. adoro torino
      penso che piazza san carlo sia bellissima
      e bere un grande caffe naturale da stratta è fantastico
      ti capisco

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  5. Grazie Vittorio per il titolo di maestro,
    ma io sono solo un piccolo e sensuale artigiano: per me il caffè è la più grande metafora, che quotidianamente unisce il mondo... e se si può fare con il caffè, si può fare anche con il resto.
    Il vero miracolo di cui parlavo nell'intervista di Paolo è che grazie al team di Slow food ed al team di Stratta, dai proprietari ai banconisti, tutti insieme hanno permesso di dare dignità a dei poverissimi contadini ed ad un unico e stupendo Caffè. Tutto qui.
    Tutto il resto è anormale ma quotidiano.

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    1. Grazie Roberto di essere passato anche al nostro bar.
      E' intenzione della falange torinese de gli amici del bar di fare un salto a trovarti nella tua torrefazione per approfondire i discorsi che abbiamo accennato e per fare la tua conoscenza.

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    2. Grazie Roberto, è nostro intento continuare questa ricerca e studio sul caffè per far trasparire anche sul web che il caffè è un prodotto agricolo, e che dietro alla tazzina che beviamo ogni giorno c'è il lavoro di tanti contadini spesso sfruttati e sottopagati. Il caffè non è solo un grande manifesto luccicante che copre un intero palazzo nelle città in cui viviamo.

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    3. attendo con piacere la vostra visita
      ma dovrete apettare fino al prossimo mese per alcuni impegni universitari ed anche delle piccole trasformazioni del laboratorio oltre al il mio lavoro di consegne di caffe (che mi da vivere)
      comunque sono contento di avere incontrato in voi ,persone molto sensibili ed acute, io a volte non so chi parlare del caffe in maniera interessante .
      quindi a presto

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  6. Mi tocca lunga, approfondita e declinata degustazione da Stratta allora...
    La cosa è moooooolto seria ;D

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