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giovedì 27 marzo 2014

Barbera d'Alba 2011, Giovanni Canonica: rapide evoluzioni

di Riccardo Avenia



Il primo assaggio di questa Barbera d'Alba, risale ad aprile 2013. Praticamente era appena entrata in commercio. Ricordo un vino fresco, delineato, con tutti i profumi ed i sapori del vitigno nella sua parte più esuberante. Certo, l'alcool si sentiva anche allora (15° si fan dare del voi) ma del resto, dalla vendemmia 2011 mi sarei aspettato tranquillamente struttura e corpo superiori alla media. Invece era talmente brioso il frutto, che anche il calore, passava in secondo piano. Un centrifugato di freschezza, con tanta frutta acidula e dolcezza. Piacque tanto a tutti.

Marzo 2014, quasi un anno dopo.

Stappo la seconda bottiglia e noto che già nel calice il pigmento è scuro e profondo. Il naso, inizialmente difficile e lento, si apre su piccoli frutti, ora sotto sciroppo. Spezie dolci, rosmarino, un ricordo di zucchero a velo, ed una sottile parentesi animale. Il tutto sparato al naso da un calore decisamente presente.

Il sorso risulta pieno, ruvido e scorretto, tra alcool, acidità (inferiore a quella che vorrei), un tannino teso ed una generale sensazione morbido-dolce che, tutto sommato, gestisce bene il sorso, donando decise sensazioni tattili, tra materia (che predomina) e freschezza. Il finale, ancora caldo, ricorda la confettura e la liquirizia.

In conclusione, ho trovato un vino che sta maturando forse troppo repentinamente. Nel quale l'acidità non riesce a tenere il passo con l'alcool (in questa sua fase, sicuramente dominante), con profumi che stanno evolvendo in fretta, determinando una prospettiva di vita più corta rispetto a quella che avevo pensato al primo assaggio.

Con tutte le incertezze del caso (o della bottiglia), con meno di mille etichette l'anno, resta comunque un piccolo gioiellino artigianale per pochi.

7 commenti:

  1. a me piace un sacco cosi come il suo barolo.
    Proprio una barbera scoperta per caso e che non riesco più a ritrovare in vendita.

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    1. Roberto, recentemente ho assaggiato il Barolo 2009, ed era un vino estremamente fine e pulito. Una gran bella bevuta.
      Anche la barbera è molto buona, per carità, ma in questa vendemmia paga forse lo scotto dell'annata calda. In più è un vitigno debole, soggetto, più che il nebbiolo alle malattie.
      La brutta notizia, è che a causa di un paio di grandinate, quella del 2012, sarà praticamente introvabile.

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  2. Riccardo,
    mi ritrovo molto nella tua descrizione...al primo assaggio, ma anche al secondo dal lui direttamente in cantina fu davvero amore a prima vista. Un vino di grande estrazione e struttura, ma la sua freschezza accompagnava senza indugi ad un ulteriore calice.
    Peccato che aperta una bottiglia 6 mesi dopo, il vino fosse maturato in bocca moltissimo, mentre all''olfatto risultava decisamente chiuso ma ben lontano da quelle austerità che rendono affascinanti certi vini. Lasciato respirare anche qualche ora...nulla di fatto, anche se non erano evidenti difetti veri e propri....sembrava un pò svuotato!
    La seconda bottiglia, un pò meglio ma nulla più.
    Confido nell'ultima che ho in cantina, e mi spiacerebbe molto perchè i vini di Canonica piacciono molto anche a me!

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    1. Fabio, il tuo commento diciamo che conferma il mio scritto. Possono capitare bottiglie non fortunate, ma suppongo che in questo caso sia proprio una questione di maturità precoce.
      Ne ho ancora in cantina, semplicemente le berrò e me le godrò in fretta.
      Grazie per essere passato dal bar.

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  3. Prima o poi dovrò aprire quel paiagallo 2006 che ho in cantina!
    Ritornando a palla sulla Barbera, forse stiamo chiedendo troppo ad un vino che forse supera a malapena i 5€?

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    1. Assolutamente d'accordo. Siamo forse troppo esigenti. Come scriveva Luigi, rilanciando il post sui social, praticamente è il vino di tutti i giorni di Giovanni. Se la vediamo sotto questo punto di vista, è un vino grandioso, o no?

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    2. esatto.
      Non mi piace sentir parlare di rapporto prezzo/qualità ma in questo caso cade a pennello.

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