Arturo
di Lanzeria
Chi
era costui?
Cercherò
su Google, nel frattempo tento di spiegare che il mio personalissimo Arturo di
Lanzeria era un Perricone 2008 di Francesco Guccione.
Francesco
in questi giorni sta riproponendo i suoi vini ed io mi sono scialato un suo catarratto
2012 (credo perché in etichetta non c’è nulla), il passo di questi vini
ottenuti senza scelte vendemmiali, senza le “riserve” è comunque schioppettante
e in linea con i suoi vini ante fattacio (quelli sino al 2009/2010 se non erro)
freschi e polputi, venati di quella grassezza mediterranea mai pesante.
Non
ricordavo i rossi di Francesco, ormai erano anni che non li bevevo e mi ero
dimenticato della loro leggerezza, rarità in Sicilia.
Lieve
ma intenso come i profumi di incenso che escono dalla sacrestia.
Lieve
amaritudini del tannino che non infastidiscono e smagrano il corpo speziato del
perricone.
Fresco.
Tre
anni fa Niccolò Desenzani lo descriveva così:
“Vino suadente, di
botte aromatica e ammaliatrice. La materia è sicuramente buona, e la botte
pure. Godurioso, ma forse infine un filo troppo ruffiano. E si perde un po' il
filo rigoroso dell'uva.”
Credo
che oggi l’uva e Contrada Cerasa abbiano avuto la meglio sulla botte.
Kempè
Luigi
Ps
Ho
guggolato un po’ e di Arturo di Lanzeria, in carne ed ossa, sempre che sia
esistito, non ne ho trovato traccia, chi eri?