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lunedì 8 aprile 2013

Neuroni sparsi (III) di N.Desenzani



Barbera d’Alba 2011, Rinaldi
Forse un filo anticipata la commercializzazione, ha bisogno di un bel po’ d’aria per scoprirsi. Ma quando parte chi la ferma più? Il tocco Rinaldi spacca e ogni volta mi fa fremere di godimento. Oggi va giù quasi come vin de soif, ma domani sarà la Grande Barbera Rinaldi che si tinge di mille colori come le foglie d’edera in autunno (autocitazione).


Terzolo Ortrugo Frizzante 2011, Marco Cordani
Omaggio di Luigi che sa che l’Ortrugo è una mia passione da quando l’ho scoperto con Croci 2009, questo rifermentato è riuscito a fare breccia. Di freschezza mozzafiato riesce a infilarci dentro un’intrigante nota di cuoio, che mi ha conquistato. 1350 bottiglie che credo abbiano reso felici almeno 1350 persone. Anche se mi dicono che qualche isolano fuori sede (!) faccia incetta dei vini di Marco Cordani, vanificando quest’equazione ottimistica!


Labaia Monterosso Frizzante 2011, Marco Cordani
Sempre omaggio di Luigi siamo qui sul versante aromatico del piacentino. Base Malvasia di Candia al 40%, corroborata da Moscato al 10% e bilanciati per l’altro 50% per metà da Ortrugo e metà da Trebbiano raggiunge un equilibrio aromatico sorprendente. Altro rifermentato da beva a secchi.


Terre Eteree 2008, La Busattina
Nel berlo ho scritto un tweet in cui dicevo “fra Le Boncie e Collecapretta”. Complice un blend di sangiovese e ciliegiolo, assenza di so2 aggiunta, un legno non troppo invasivo, ma che lavora sul versante balsamico molto bene, ho trovato questo un bicchiere appagante. Ctonico e succoso.


Audace 2010, Ruché, Ferraro
Altra scoperta che mi ha folgorato. Un’aromaticità declinata in un vino arcano che sembra provenire da un passato remoto. Torbido con fortissime note di arancia sanguinello, minerale sapido, a tratti barberico. Anzi, talvolta è la Barbera che inspiegabilmente e inaspettatamente tira fuori un lato aromatico. Forse che rucheizzi? Un vino memorabile. Per fortuna ha cambiato etichette ;-)


Grignolino L’Intruso 2011, Laiolo Reginin
Sulla scia dell’assaggio delle Barbera di questo grande produttore di Vinchio, ho voluto assaggiare il suo Grignolino un po’ “fuori zona”. Me ne sono innamorato. A partire da un etichetta che incuriosisce per il tema erotico, e stupisce su un Grignolino ancor più, ho trovato un vino di grandissima stoffa. Che ossigenandosi decolla verso l’iperuranio della beva e se già avevo milioni di motivi per esser adepto di questo vitigno, adesso ne ho qualche milione in più.

5 commenti:

  1. No! Tutti monovitigni... Sia il Ruchè del 2010 (non so dove hai trovato quella bottiglia..) che la Barbera che conoscete del 2011! Inoltre grazie per il complimento sulle nuove etichette :-)

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    1. Sì lo so che è Ruché in purezza. Dicevo che è strano, ma a volte mi son capitate delle Barbera che avevano dei tratti quasi aromatici, che ricordavano il Ruché. E che il tuo 2010 è talmente archetipico, che mi ha aiutato a ritrovare il riferimento. La Barbera coll'etichetta rosa fluo è 2010?

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  2. La Barbera di Rinaldi (2009) è una di quelle barbera che mi hanno fatto avvicinare al vitigno.
    Laiolo Reginin l'ho provato a ViniVeri due gg fa proprio perché ricordavo un tuo tweet entusiastico. Niente male le sue barbera, non mi è dispiaciuto nemmeno il suo bianco da Cortese, minerale e beverino. Fa anche una barbera MC.

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  3. Sono Barbera che andrebbero bevute con calma e lasciare che si aprano, quelle di Laiolo. Ti sei fatto scappare il Grignolino ;-)? Per me è spettacolare e penso che ci dedicherò un post. Avevo letto bene del metodo classico di barbera.
    Rinaldi per me fu galeotta la 2007; poi si diventa aficionados ;-)

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    1. Ahimè si! Il Grignolino l'ho perso! ;)
      Non so, la MC ha un ritorno amarognolo che mi ha un po' spaesato, non è male ma devo farci un po' le papille. Diciamo che non è un vino da "colpo di fulmine" per il mio gusto.

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