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domenica 22 maggio 2011

#sociaList il post_#sociaList il post_#sociaList il post_i vini


L’undici maggio in pieno delirio pre #barbera2 e pre-tavola rotonda del Salone del Libro ho ricevuto un messaggio da Marco Monaci il quale mi coinvolgeva nel progetto #sociaList, nato in collaborazione con Andrea Gori.
Chiedeva a tredici blogger di scegliere tre/quattro vini da far votare al pubblico dei propri blog e poi, i vincenti, li avrebbe inseriti nella carta del suo ristorante Locanda del Glicine a Campagnatico (GR).


Tre o quattro vini?  Ho pensato che, tolti i miei parenti, sarebbero stati più i vini da votare che i lettori del mio blog!
Ammetto che mi sono sentito sopravvalutato.
Ho accettato lo stesso perché sono immensamente tronfio ed egocentrico.
Ho telefonato subito a Dan Lerner e Fabrizio Gallino che mi hanno sedato e rassicurato come si fa con i bimbi ansiosi.



Per la pazienza nei miei confronti e per le parole di conforto e sprone li ringrazio pubblicamente insieme a Vittorio Rusinà, eminenza grigia ed instancabile tessitore del web e dei social network.
Comunque, come sempre, ho fatto di testa mia (che mi dicono essere dura e poco incline alla mediazione).
Ho scelto, dopo notti insonni e dubbi amletici, un territorio, ampio ma reale, storicamente rilevante per la qualità produttiva ma in caduta di popolarità.
Ho scelto un vitigno (cultivar si dice?) storicamente rilevante per quantità e diffusione ma in leggera caduta di popolarità.
Il territorio è il basso Monferrato con prevalenza per la rive gauche del Tanaro (definizione bellissima di Pietro Vergano che ringrazio per i consigli e la disponibilità).
La cultivar è la Barbera perché ho la certezza (del tutto soggettiva e pregiudiziale, quindi irrazionale) che sia un vitigno nobile anche se un po’ decaduto.
Per i miei due lettori forestieri provo a spiegare brevemente il territorio preso in considerazione (scelto con l’emotività, sia mai che faccia qualcosa con la razionalità).
Il Basso Monferrato è una corrugazione collinare più o meno al centro del Piemonte.
Inizia a Ovest con la collina Torinese e termina a Est verso la piana alluvionale di Alessandria.


A  Nord si erge come una scogliera biancastra sul mare color piombo  delle risaie.
A Sud si salda con l’Alto Monferrato e le propagini dell’Appennino Ligure.
E’ un fondale marino emerso per effetto delle spinte tettoniche, la composizione dei terreni è molto variata ed è composta da marne grigio bluastre, ghiaie, banchi calcarei, mantelli di argille e sabbie gialle tutte ricche di fossili di molluschi.
La Barbera è stato il pane di queste aree nel periodo post fillosserico.
Cultivar rustica, riesce a produrre zucchero e arrivare a maturazione anche a quote limite come in Valle Susa e nel Pinerolese.
Molto adattabile ha però la capacità di entrare in simbiosi con il genius loci del luogo in cui è coltivata e fotografa con estrema precisione il territorio e le annate.
Dà vini acidi e alcolici e colorati esattamente l’opposto dell’altro vino simbolo del Piemonte, il Nebbiolo (mi si perdoni la lesa maestà).
E’ vino longevo perché ci dicono gli esperti che i coloranti naturalmente presenti nelle bucce svolgono una fondamentale funzione antiossidante (di solito svolta dal tannino), costante nel tempo che ne permette una lenta evoluzione in bottiglia.

Io ne ho scelte quattro, volevo ridurre a tre ma non c’è l’ho fatta perché all’ultimo mia figlia (ho naturalmente coinvolto, loro malgrado, l’intera famiglia in questo progetto) assaggiando due vini, di cui uno candidato all’esclusione dice di quello  “bono questo,  meio dell’altro”.
Quindi non c’è l’ho fatta ad eliminarlo.


Rive gauche del Tanaro
Nord.
colline con pendenze più forti, terre bianche medio impasto e marne grigie.
Barabba 2006, Barbera del Monferrato Doc Superiore, cascina Iuli, Montaldo (AL).
Concentrata e glicerica, cupa, terziari da retrobottega del restauratore, smalti, lacche, confettura di chinotto, balsamica, fresca e rotonda.

Centro su colline di bassa pendenza con prevalenza di argille.
Bricco Battista 2005, Barbera del Monferrato Doc Superiore, az. agr. Accornero, Vignale (AL).
Colori cupi, frutto macerato, leggero vegetale che sfuma in inchiostro di china, minerale, balsamica, bocca dolce con leggero tannino.

Barbera d’Asti 2006 Doc Superiore, az. agr. Cascina Tavijn, Scurzolengo (AT).
Colori saturi, fruttato intenso, poi agrume, archetipicamente “barberosa” e fragrante e echi terziari, freschissima e godereccia.

Rive droit del Tanaro sottozona Nizza
Sud.
colline con pendenze più forti, terre di medio impasto argillose.
neuvSENT 2007  Barbera d’Asti Doc Superiore, sottozona Nizza, az. agr. Cascina Garitina, Castel Boglione (AT), concentrata e cupa, attacco erbaceo, terziari evoluti e idrocarburi e smalti, fresca con velo tannico.

Adesso tocca a VOI votate la Barbera che preferite andate su questa pagina ed esprimente la vostra preferenza.
Sbirciate anche le scelte dei miei colleghi e i loro blog e votate gli altri vostri vini preferiti, costruiamo insieme una carta dei vini.


Le ho riassagiate tutte quattro il day after, erano ancora meglio.
Buon voto

Luigi



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