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giovedì 3 febbraio 2011

grilloigtsicila2008ninobarracofontanellemarsala

Era un  po’ che ronzavo intorno alle bottiglie di Nino Barraco ma volevo che si ambientassero bene e che si distendessero nei profili olfatto-gustativi.
Ammetto che di Nino non avevo mai sentito parlare prima dell’agosto scorso.



Ad agosto appunto, con la macchina carica come un emigrante, sono tornato dopo otto anni di assenza in Sicilia.

Stabilizzatomi e dopo aver riallacciato i rapporti con i vicini, ho cominciato a cercare del vino (che non fosse il Corvo bianco) con il quale allietare le cene che, vista la rinnovata pescosità del mare di fronte, si preannunciavano succulente.
Nino è comparso durante le navigazioni sul web nei link di Ciccio Sultano.
Memorizzata l’etichetta, una delle più belle in circolazione, l’ho ritrovata che mi osservava dagli scaffali di una enoteca di Modica i “Vini d’Autore”.
Poche bottiglie in timida attesa.
Non ricordo cosa ho preso la prima volta, credo il Catarratto.
Non ero pronto.
Non mi è piaciuto molto.
In compenso Peppe lo zingaro, Enzo la siccia (seppia) e i Catanesi tornavano con pesci spada, merluzzi, sogliole, gamberi e altre specie ittiche per me del tutto sconosciute.
A Modica compravo quintali di pasta fresca e ripiena da un giovane cuoco gastronomo.
A Modica compravo  tonnellate di scacce.
Ovviamente mangiavo, ma bevevo così così.
Non male il brut di Scamacca del Murgo a base di Nerello Mascalese.
Finchè verso fine vacanza ho comprato lo Zibibbo secco di Nino.
Il Grillo l’avevano finito.
Ho cominciato ad apprezzare Ninuzzo.
Arrivato a Torino ne ho comprati un po’.
Un po’ li ho regalati (il solito incauto generoso).
Durante il Salone del Gusto Nino è stato artefice con Arianna Occhipinti e con le ragazze del Bordò di una bellisima serata con i suoi vini.
Nino è persona simpaticamente “siciliana” un misto di candida socievolezza, ironia, generosità e derive intimistiche in salsa Pirandelliana.
Il suo Grillo è un po’ come la sua isola: dolce amaro.
Grillo 2008 igt sicilia di Antonino Barraco, 14,5% Vol. prodotto in quel di contrada Fontanelle a Marsala (TP).
Arancio nel colore, denso nel calice, idrocarburo e note dolci di agrumi e melone maturi, intenso; di colpo poi mi è sembrato di sentire dei profumi di grano, di farina, forse un alito di Ionio, vino intenso e lunghissimo.
Importante , glicerico e corposo stemperato da sapidità e acidità residuali.
Un vinone che deve ancora evolvere per integrare gli zuccheri residui (da qualche parte ho letto 8gr/l).
Non riesco a togliermi dalla mente certi vini alsaziani grassi, idrocarburico/minerali, con un velo zuccherino.
Giovane direi, forse giovanissimo.

Se fossi davanti al mare al pisciotto a Sampieri (RG) gli abbinerei del pesce spada “pulcinella” su brace di carrubo e cipolle di Giarratana stufate.
A Torino proverei con uno Roquefort artisànale ma con struggente malinconia.
Aridità dalla cantina:
vigneto su terre rosse miste a sabbia affiorante.
Vinificazione  in rosso con macerazione di 4/5 giorni, torchiatura, fermentazione spontanea con lieviti indigeni di cantina in cuvée di inox senza controllo delle temperature.
Temperatura di servizio 14°C.
Affinamento in inox sino a giugno e bottiglia sino a novembre.

Nino sarà a sorgente del vino live.

A Torino all'Enoteca Bordò a 16,00 euro circa.
 
Bonne degustation.

Luigi



Nino Barraco chez Bordò


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